La prima vittoria in una gara ad inseguimento. La prima nella splendida cornice della Südtirol Arena di Anterselva: sono tanti i motivi per cui Dorothea Wierer ricorderà la sua vittoria del 26 gennaio 2019. Non ultimo, quello di aver compiuto un ulteriore passo, forse decisivo, verso la conquista della sua prima Coppa del Mondo IBU. Un traguardo su cui proverà a mettere le mani nelle ultime e decisive fasi della stagione. Q1: Venivi da un periodo di buoni piazzamenti, dove però non avevi trovato il podio. Quanto importante è esserci riuscita qui, a casa tua? È stato sicuramente un momento speciale, mi è scesa una lacrima quando sono entrata nel circuito finale. Nelle ultime tappe non ero in grandissima forma e non mi aspettavo di riuscire a fare così bene. Non è stato facile, perché non ero al massimo della forma, e la gente aveva iniziato a dubitare un po’. È anche per questo che vincere qui ad Anterselva vale più di ogni altra vittoria. C’ero andata vicino tante volte, anche salendo sul podio, ma la sensazione di entrare per prima nello stadio, davanti a tutto questo pubblico, è impareggiabile. Q2: Quando hai capito che la vittoria era tua? Sulla penultima salita, dove il coach mi ha detto che avevo 14 secondi di vantaggio. Lì mi sono resa conto che non li avrei potuti perdere. Uscita dal poligono non ne ero certa, loro erano in due ad inseguire, io ero da sola. Q3: Com’è stato competere al fianco di Lisa per lunghi tratti di gara, sia al poligono che sul circuito? È stato molto bello gareggiare fianco a fianco con lei, non ci era mai successo prima di essere prima e seconda in testa a una gara, con 20 secondi di vantaggio e davanti al pubblico di casa. Era una situazione nuova. Probabilmente eravamo entrambe nervose, ma abbiamo fatto una grande gara, in condizioni tutt’altro che facili. Q4: Con tre tappe di coppa e i Campionati del Mondo davanti a te, come cercherai di gestire questo duplice obiettivo? Non sto ancora pensando alla classifica generale di coppa, non avrebbe senso. Mancano ancora molte gare, e in una singola gara possono succedere tante cose e può cambiare tutto. L’importante è rimanere sempre concentrati. L’obiettivo principale resta sempre il Mondiale, poi da lì mancherà ancora una tappa di Coppa del Mondo e vedremo quello che potrà succedere. Q5: È stata la vittoria più bella della tua carriera? Sì, sicuramente! Q6: Hai qualche dedica particolare per la tua vittoria? Sicuramente a tutta la mia famiglia, che era qui a fare il tifo per me. E poi a tutta la squadra, perché solo loro sanno quanto può essere stressante gareggiare in casa, con tanti impegni extra-sportivi, pochi momenti liberi e tanta pressione addosso. E agli skimen, allo staff, che hanno fatto e continuano a fare un ottimo lavoro. Se siamo cresciuti tanto negli ultimi anni il merito è soprattutto loro. Q7: Quali sono i tuoi piani per il finale di stagione? Andremo in Canada e negli Stati Uniti. Ci vogliamo andare, anche se molti rinunceranno per preparare al meglio il Campionato del Mondo, perché non abbiamo mai saltato una tappa negli ultimi anni e perché c’è la possibilità di fare bene, anche se il fuso orario potrà creare dei problemi. Q8: Qual è lo stato del biathlon in Italia, in questo momento? Siamo una squadra piccola, ma lo spirito è sempre positivo e ci alleniamo molto bene. E il fatto di fare così bene in coppa può aiutarci a far conoscere il biathlon, a far avvicinare un po’ di giovani appassionati.